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Banche, Pmi, famiglie, sviluppo
nel piano da 80 miliardi per l'Italia

di Davide Colombo

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16 novembre 2008

Un piano d'azione da 80 miliardi per scongiurare il blocco dell'economia italiana, che al passaggio d'anno è stimata in recessione, con una prospettiva di perdita di valore aggiunto sul prodotto interno pari all'1% nel 2009. Gli interventi annunciati a Washington dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, dovrebbero vedere la luce questa settimana con uno o più decreti legge. Si partirà con le misure per la ricapitalizzazione delle banche per poi proseguire con le altre misure destinate al rilancio delle domanda attraverso investimenti pubblici, un pacchetto di incentivi per ridare spinta agli investimenti privati e infine gli aiuti alle famiglie con reddito più basso. Insomma, un maxi-piano espansivo che potrebbe invertire il ciclo già dal secondo semestre del prossimo anno.

Cipe.
Venerdì 21 novembre, questa è l'unica data indicata come certa, in una riunione straordinaria del Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe) verranno definiti i criteri di ripartizione di finanziamenti per 16 miliardi. In larga parte si tratta di fondi già appostati e di finanziamenti europei, per circa 12 miliardi, mentre altri 4 miliardi verranno mobilizzati su progetti con partecipazione pubblico-privati, con il modello del project financing.

Il Cipe pianificherà anche l'utilizzo di fondi Ue già stanziati e che proiettano su tre anni una cifra stimabile in 40 miliardi per ambiente, ricerca e sviluppo. «Pensiamo di ristrutturare le tariffe autostradali in modo da modificare in meglio il sistema che c'è stato finora per cui aumentavano le tariffe anche se non si facevano gli investimenti. E poi- ha detto Tremonti - magari le aziende facevano i dividendi. Stimiamo che con questo accordo con le compagnie autostradali si mobilitino almeno 10 miliardi di euro, ma pensiamo di più».

Pmi e famiglie.
Tra gli altri interventi che formano il piano complessivo Tremonti ha citato «interventi per la fiscalità delle imprese», come la possibilità di pagare l'Iva per cassa e la proroga dei premi di produttività, mentre la proroga della detassazione (al 10%) degli straordinari era già stata confermata nei giorni scorsi dal ministro del Lavoro Maurizio Sacconi. Per le famiglie il ministro ha parlato di uno stanziamento «non piccolo ma che ancora deve essere definito, in una logica di riduzione della tensione che c'è in questa fase».

Banche.
Riguardo agli interventi per la ricapitalizzazione delle banche e finalizzato a riattivare gli impieghi verso aziende e famiglie, Tremonti ha confermato che i tempi saranno molto brevi e, anche in questo caso, ha parlato di un decreto. «Stiamo finalizzando la procedura per riaprire il canale di finanziamento alle imprese. Dobbiamo fare un provvedimento per evitare la riduzione e la restrizione del credito. Non è per le banche è per le imprese», ha detto.

«Stiamo definendo i tempi tecnici - ha aggiunto il responsabile del dicastero di via XX Settembre - e immaginiamo che ci sia un impegno da parte del sistema bancario non solo a mantenere ma ad ampliare il canale di finanziamento alle imprese. Il presidente Berlusconi ha parlato con il presidente dell'Abi che prefigura un crescente impegno su questo comparto». Poi Tremonti ha aggiunto che accanto a questi strumenti ci saranno anche «fidi e confidi e un sistema di garanzie che stiamo studiando». L'ipotesi di cui s'è parlato negli ultimi giorni prevedeva, su quest'ultimo fronte, l'attivazione di un fondo di garanzia per riassicurera il sistema del consorzi fidi delle associazioni industriali e artigiane per una valore compreso tra gli 800 milioni e il miliardo l'anno.

L'impatto su deficit e debito.
Il ministro dell'Economia, nel riassumere il piano anti-crisi, ha concluso che gli impegni finanziari complessivi saranno in linea con l'Europa e compatibili, per come sono articolati, con il deficit e il debito. «Non c'è un Paese europeo che abbia fatto interventi se non per le banche - ha insistito Tremonti - ma è un altro discorso. Noi non abbiamo avuto bisogno di interventi sul capitale delle banche e altri interventi non sono stati fatti». L'insieme delle misure avrà effetto sul debito lordo ma non sul netto, mentre l'impatto sul deficit sarà limitato.

«Le obbligazioni per le imprese aumentano il debito lordo, ma non quello netto perché sono baciate - ha aggiunto il ministro -. E su altre voci che non sono così significative avremo da fare delle coperture, ma una cosa positiva della Commissione europea è che ammette la tecnica della copertura one off, (ovvero limitata a un intervento isolato). Se la spesa è one off la copertura è one off».

Il ministro ha sottolineato più volte che l'impatto sul deficit sarà comunque limitato a solo una parte dei fondi messi in campo. «Una parte dei fondi sono già nei tendenziali, una parte sono privati e per la parte restante di quella spesa la copertura sarà one off», ha detto. Di questo si sta parlando in Europa: «È una delle discussioni che stiamo facendo, tutti i Paesi. Noi comunque non andiamo sopra il 3% (del rapporto deficit/Pil) ma ci ammettono a fronte di una spesa certamente one off anche una copertura dello stesso tipo che passa fuori dal 3%».

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